giovedì 20 febbraio 2014

Recensione di Long Wei N°8 e della serie in generale - NoveCento


Prima di cominciare ci tengo a chiarire una cosa: se c'é una cosa che ho da quando sono nato è una devozione per l’Oriente. Già da piccolo amavo l'oriente e in particolare la cultura cinese: adoravo i film di arti marziali di Bruce Lee o Jackie chan, Mulan era il mio film disney preferito,  e mentre dilagava l'odio razzista verso i cinesi per colpa del tanto odiato Made in China, io rimanevo fedele e difendevo questo amore.

Ed è per questo che forse sarò un po’ di parte nel giudicare Long Wei, il fumetto italiano dall’atmosfera da film di arti marziali ambientato nella Chinatown di Milano.
Io mi ero promesso di scriverne una recensione solo al numero 10 , ma eccomi qua a dimostrare che l’impazienza mi tradisce sempre:
Recensione di Long Wei N°8 e della serie in generale.
La storia pubblicata dalla
Editoriale Aurea (John Doe, per chi bazzicasse nell’ambito fumettoso italiano) si intitola Long Wei come il suo protagonista. Long Wei è un ragazzo cinese che ha cercato di fare fortuna come star del cinema di arti marziali in Cina senza successo, che ha deciso di ritentare una nuova vita qui in Italia, più precisamente a Milano. Nella Chinatown di Milano incontra Vincenzo Palma , che oltre a non essere un cittadino modello , come Long Wei mangia pane e mazzate a colazione.I due ovviamente non riescono a stare lontani dai guai e si ritroveranno a fronteggiare bande criminali di ogni tipo, e senza fare troppi spoiler,anche una grossa banda criminale di origini cinesi tramite la quale scopriremo di più sul passato di Long Wei e di Vincenzo.E signori miei questa è  una delle cose più geniali che Diego Cajelli (ideatore e sceneggiatore della serie) ha realizzato in Long Wei : Va bene, è okkei fare due tizi che si mettono nei guai tentando di sventare robe criminali con il kung fu, ma è una cosa solita. La cosa geniale sta nel fatto che sia tutto ambientato a Milano in un atmosfera cinese, e che l’eroe dal fascino orientale dal Kung Fu tutto YAZUAAAA! HA! sia affiancato da un grezzo milanese ex criminale che mena cazzotti senza guardare dove vanno a finire.
Questo mix invece di creare contrasto crea confronto, fa paragone tra due realtà difficili e tra due stili di vita diversi,e non c’è che dire, è un mix riuscito.

A me stava già tutto bene così (sono uno che si accontenta con 3 euro in edicola io oh), ma dal numero 6 la continuity della serie si è rafforzata grazie all’entrata in scena di un organizzazione criminale che sinceramente credevo fosse una cosa più alla team rocket, e invece di sparire anchequestavoltaallavelocitàdellaluceeeee comincia a prendere un po’ a calci in culo il morale dei nostri eroi.In scena entra anche il maestro di Long Wei, e nel numero dopo il passato di Vincenzo.

Il
numero 8 è uscito di recente (15 febbraio se non erro) e come ogni altro numero ha una copertina fighissima (è quella allegata lì sopra) a cura di Lorenzo “LRNZ” Ceccotti che sta curando tutte le copertine.Mi è piaciuta a tal punto che mi sto allenando a menare calci nelle ruote delle biciclette,poi passo alle moto. I disegni sono fantastici, ho apprezzato davvero molto il tratto di Daniele Di Nicuolo di questo numero, che insieme a  Jean Claudio Vinci che ha disegnato lo scorso numero rappresenta “la mia scelta d’eccellenza” per Long Wei. Quelli che vorrei vedere lavorare di più alla serie insomma.
Anche in questo numero c’è stata una genialata, ovvero mettere una banda criminale che rapina banche con le maschere di cantanti italiani soprannominata  “La Banda di San Remo”, e far uscire il numero proprio a pochi giorni dall’inizio del Festival.L’ho trovata una cosa simpatica che faceva da cornice all’ottimo numero.

In conclusione, Long Wei è una buona serie da seguire.C’è azione, c’è una buona storia, e c’è un buon disegno tutto sommato. Se proprio vogliamo trovargli qualche difetto, forse lo troviamo nell’aver impiegato un po’ troppo per far partire la continuity ,di aver usato qualche disegnatore poco dinamico a volte e un po’ nella qualità un po’ scarsina della carta usata dall’Editoriale Aurea, ma queste sono cose che solo i malati come me vanno a guardare.
Se vi piacciono le arti marziali, e siete curiosi di vedere come funziona una storia del genere qui in Italia, buttatevi su Long Wei, che esce ogni mese in edicola.

Voto finale: 8.Cose fighe da sapere su Long Wei: Ci ha lavorato un po’ anche Roberto Recchioni (Orfani,Dylan Dog,DallapartediAsso, e tante altre cose che perderei un mese a scrivere.) e c’è il suo zampino.
Su Feisbuc ho saputo che girando per Milano si trovano adesivi col logo di Long Wei attaccati in giro, boh, mi sembrava una cosa figa.


Vi lascio alla mia interpretazione
di quest'ultimo numero.

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